Wag the Dog (1997)
Wag the Dog – distribuito in Italia con lo sciocco titolo “Sesso & Potere” – è un film del 1997 che in modo straordinariamente intelligente e divertente mostra il legame tra potere, media e immaginazione. Una scappatella del Presidente degli Stati Uniti con una ragazza scout minorenne alla fine della campagna per la rielezione costringe la sua assistente, incarnata da Anne Heche, a ingaggiare uno spin doctor, o forse piuttosto un “troubleshooter” (diciamo: uno specialista nel risolvere problemi assai urgenti), vagamente legato ai servizi segreti, impersonato da Robert De Niro, per distrarre l'attenzione dell'opinione pubblica e depotenziare le conseguenze della deflagrazione dello scandalo. Dopo una rapida riflessione, il nostro risolutore di problemi (potremmo chiamarlo “stratega”, ma questo titolo è oggi usurpato da molti multiformi millantatori) decide che la gravità della situazione richiede idee non ortodosse. Il modo migliore di dirigere l'attenzione dei media lontano dai pettegolezzi sul Presidente è quello di offrire loro uno spettacolo abbacinante nel quale perdersi: e cosa ci può essere di meglio di una guerra? Decise le linee generali della strategia, serve qualcuno che sappia allestire un tale sontuoso show. Serve cioè un produttore di Hollywood (Dustin Hoffman) la capacità immaginifica e organizzativa del quale possa generare una guerra dal nulla. In una successione strepitosa di trovate (noi diremmo: stratagemmi) e di contrattempi, il nostro team di ingannatori riesce a conseguire il successo. La rielezione, tuttavia, viene attribuita dai media alla banale campagna elettorale dello staff presidenziale, anziché alla brillante strategia dei nostri eroi e questo indispettisce il produttore Dustin Hoffman al punto da fargli proclamare il proposito di rivendicare il proprio merito. Ciò è in violazione di una delle regole ferree della deception: la segretezza. Inevitabilmente, la sua vicenda umana e professionale viene interrotta da un provvidenziale attacco di cuore inscenato sul bordo della piscina della sua villa hollywoodiana. Complessivamente, il film si articola in una vera carambola di stratagemmi: dal VII: “Generare qualcosa dal nulla” e il XX: “Intorbidare le acque per prendere i pesci”, che costituiscono la colonna portante di tutta la trama, al XXIX: “Far sbocciare i fiori sull'albero” quando viene creata una fittizia unità (il 303) di forze speciali e al XIV: “Prendere in prestito un corpo per richiamarne l'anima” quando il fittizio eroe della finta guerra tra Stati Uniti e Albania – in realtà uno psicopatico detenuto in carcere militare – viene offerto al pubblico omaggio, opportunamente morto. È divertente e utile ricercare in tutto il film l'esatto dipanarsi degli inganni e del ragionamento che li organizza.